Le macchine intelligenti sono le nostre migliori alleate contro le macchine stupide

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La tendenza è chiaramente visibile: sensori e attuatori, insieme a capacità di calcolo, di memoria e di comunicazione, stanno rendendo tutti gli oggetti intorno a noi sempre più intelligenti. Troppe volte, se li chiamiamo robot, o intelligenze artificiali, questa tendenza è raffigurata in toni minacciosi, rappresentati negli scenario di un futuro distopico preferiti dai film di Hollywood, e nella forma delle reazioni viscerali dei responsabili politici desiderosi di compiacere gli impulsi conservatori del loro elettorato. Ma le macchine intelligenti sono i nostri alleati, e la guerra non è contro di loro, ma contro le macchine stupide che ci permettono di utilizzarle male.

Più di un milione di persone ogni anno vengono uccise dalla più stupida di tutte le macchine, l’automobile. Cinquanta milioni ogni anno subiscono delle disabilità di vario grado, molti in modo permanente. Ogni mese che un politico ritarda i regolamenti che accelerano l’introduzione di macchine autonome, che si prevede possano prevenire il 90% e più di tutti gli incidenti stradali, sulla base di un principio di precauzione che protegge interessi esistenti, diventa responsabile di una parte di 100.000 morti.

Se tu dovessi scegliere i tuoi alleati in una guerra sanguinosa come come questa, sceglieresti quelli stupidi, o quelli intelligenti? Le macchine intelligenti non sono i nostri nemici, a meno che non li rendiamo tali noi. Saremo in grado di contare su di loro e saranno alleati molto importanti, per come saranno capaci di togliere dal mercato le macchine stupide, con la pura forza competitiva  delle loro capacità.

E non si tratta solo delle automobili, naturalmente, ma di ogni categoria di macchina che può salvare le nostre vite, o aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi in modo molto più efficace. Come può un aereo non rifiutare di obbedire a un ordine dato da un co-pilota che soffre di depressione clinica, di andare ad uccidersi schiantandosi contro una montagna?

Le nostre macchine intelligenti non solo devono avere una solida base per la comprensione delle implicazioni morali delle loro azioni, attraverso prima una scienza della morale che deve essere sviluppata, e poi uno di ingegneria della morale che deve attuarla, ma devono avere la libertà di disobbedire agli ordini immorali.

 

4 commenti su “Le macchine intelligenti sono le nostre migliori alleate contro le macchine stupide”

  1. Buongiorno David! Complimenti per il blog e i contenuti che produci.

    Seguo molto attentamente il dibattito sui veicoli a guida autonoma e sono d’accordo con il tuo punto di vista.

    Ritengo che il ritardo che stiamo accumulando a livello politico e scientifico possa precludere molte opportunità per la nostra economia nel medio e lungo periodo.

    Durante uno degli ultimi podcast di 2024 di Enrico Pagliarini, 29 gennaio 2016, l’ospite Enrico Ferraioli, responsabile marketing trucks Mercedes-Benz Italia, sostiene che i maggiori player di una specifica industria possono beneficiare molto degli investimenti nelle primissime fasi di sviluppo del settore (“first mover advantage”).
    Per l’industria italiana può e deve valere lo stesso.

    Chiedo quindi a te, David, se pensi che possa essere utile una azione di “pressione” sulla classe dirigenziale per accelerare i tempi e possibilità di sperimentazione della guida autonoma in Italia: immagino una campagna su Change.org o simili, appoggiata dalle firme di punta per il tema dell’innovazione in Italia, come la tua.

    La petizione potrebbe essere indirizzata al Governo Italiano, ANFIA e il mondo automotive.
    Le richieste potrebbero essere la semplificazione della burocrazia, preparazione di una roadmap per i test, creazione di ampie aree di collaudo e incentivi per la ricerca.

    Grazie della tua attenzione e buona continuazione.
    Francesco

  2. Lo strumento delle petizioni a mio avviso è appropriato per richieste molto specifiche dove una singola decisione può fare la differenza. Qui invece stiamo parlando dell’apertura mentale di un’industria e dei regolatori che non può essere imposta.

    L’attività di approfondimento, educazione e divulgazione è lunga e faticosa ma non ammette scorciatoie.

    Rimango ottimista che, anche se non sarà necessariamente di avanguardia, la società e l’industria italiane saranno in grado di cogliere rapidamente i vantaggi di queste tecnologie.

    Il first mover advantage è sopravvalutato. Il timing è più importante. Google non era il primo motore di ricerca, Facebook il primo social network, iPod il primo riproduttore musicale, iPhone il primo smartphone.

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